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Che tipo di mamma sei?

Aggiornamento: 8 apr

Nell'articolo della settimana scorsa di questo blog, ti ho parlato dei valori delle ostetriche e di come questi dipendano dalle loro esperienze di vita e di assistenza e dalla loro personalità e sistema di credenze.


Ti ho quindi incoraggiato a cercare un'ostetrica che avesse valori che collimino con i tuoi, per trovare una combo proprio perfetta che ti faccia sentire a tuo agio e sicura durante tutto l'accompagnamento.

Se non hai ancora letto l'articolo, puoi recuperarlo qui:


Ma c'è un altro aspetto da considerare e riguarda invece TE.


donna in gravidanza

Perché in realtà il focus del percorso... indovina...

non è il bambino che aspetti

non è il papà del bambino che aspetti

e di certo non è l'ostetrica e nemmeno il ginecologo

non sono gli esami e le ecografie


Ebbene sì, sei TU: tutta la tua gravidanza ruota intorno a te!

TU puoi fare la differenza nella tua gravidanza, TU sei responsabile della tua gravidanza (e con responsabile intendo la capacità di rispondere reagendo alla situazione della vita in cui ti trovi, l'inclinazione solenne a fare la tua parte in questo percorso)


Tra poco ti spiegherò meglio cosa intendo dire e ti assicuro che è una cosa di fondamentale importanza, ma prima fammi fare una precisazione.


Quello che ti ho appena detto, cioè che tutta la tua gravidanza ruota intorno a te, potrebbe averti fatto sentire un gran carico di responsabilità sulle spalle (intesa, in questo caso, come il peso del rapporto causa-effetto: "se qualcosa non va bene, è tutta colpa mia").

Forse hai pensato: "Vabbè, ma non posso decidere io come andrà!"

Oppure: "Oh mio dio, aiuto, spero di non sbagliare nulla!"


Voglio rassicurarti subito su questo e mostrarti un punto di vista positivo della questione.


Prima di tutto, è vero: non puoi determinare l'esito della tua gravidanza al 100%

Questo significa che a volte capita che le cose non vadano bene (ed esistono vari livelli di "non bene") e tu non puoi farci assolutamente nulla e, soprattutto, non ne hai nessuna colpa!

Per fortuna, o meglio, grazie all'evoluzione, nella maggior parte dei casi va tutto bene!

Anche se...ci sono diversi livelli anche di "bene", ma su questo ci torniamo dopo (ed è proprio la parte più importante).


E qui veniamo al punto successivo.

Lo so cosa stai pensando: "Sì, grazie all'evoluzione, ma anche grazie alla medicina!"

Assolutamente sì: Madre Natura ha fatto del suo meglio ma conta anche sulla quantità di nascite per favorire la prosecuzione della specie.

Invece oggi noi giustamente desideriamo, forse un po' pretendiamo, che quel figlio o quei due o tre figli che scegliamo di avere siano sani e salvi e della prosecuzione della specie, tutto sommato, ci importa poco!

E qui subentra di certo la medicina e in generale ciò che noi sappiamo, abbiamo studiato e osservato del funzionamento della gravidanza e del parto: sappiamo prevenire e sappiamo curare, sappiamo intervenire e lo facciamo benissimo.


Pure troppo!


Infatti, Michel Odent, medico francese noto per le sue ricerche sulla "salute primale", dice:



Il parto è un processo involontario e non si può aiutare un processo involontario. L'obiettivo è non disturbarlo.

Ecco: la moderna medicina si è fatta prendere un po' la mano e, in un delirio di onnipotenza, cerca di sostituirsi a Madre Natura, invece di aggiustare il tiro solo là dove serve.

Ma questo ha delle conseguenze e, ad oggi, la medicalizzazione del processo nascita ha superato il limite entro cui migliora gli esiti rispetto a ciò che accadrebbe se non ci fosse alcun intervento medico. Questo significa che interventi appropriati portano a risultati migliori rispetto a un atteggiamento di non intervento. Ma quando gli interventi sono eccessivi, i rischi legati agli interventi stessi peggiorano i risultati.


Lo so, è incasinatissimo questo ragionamento. Ti faccio un esempio per spiegarmi meglio.


Hai presente quando vedi un bicchiere vicino al bordo del tavolo e per spostarlo in mezzo al tavolo rovesci il bicchiere e anche la bottiglia?

Ecco, una cosa simile: cerchi di prevenire un danno e rischi di farne uno peggiore!

Sarebbe caduto? Forse sì, forse no.

Probabilmente l'osservazione attenta di tutto il contesto intorno ci avrebbe dato degli indizi.

  • C'erano bambini che giocavano molto vicini al tavolo?

  • Il tavolo è instabile e dondola un po'?

  • Il bicchiere è proprio in bilico o c'è ancora margine?

  • Stiamo parlando di un calice affusolatissimo o di un largo e ben piantato bicchiere da acqua?

Certo: non pensavi che, spostando il bicchiere, l'avresti rovesciato; non volevi farlo; di solito non capita; ma stavolta (o meglio dire "a volte") capita; più spesso sposti il bicchiere, più è frequente che si rovesci mentre lo sposti.


bicchieri sulla tavola

Questo accade anche in medicina e il rischio che il bicchiere cada mentre cerchi di salvarlo è una di quelle situazioni che viene analizzata per capire se valga la pena davvero spostare il bicchiere e quantificare con la maggior esattezza possibile il rischio che cada se non viene spostato (1%? 10? 70%?) o che si possa rovesciare mentre lo mettiamo in salvo (2, 30, o 90%?)


Non c'è una risposta giusta in assoluto, il rischio è relativo: a volte va assolutamente spostato, correndo il rischio di rovesciarlo; spesso basta restare in osservazione in attesa di elementi che ci indichino se spostarlo o no e la cena finirà senza spostare il bicchiere e senza che esso cada; a volte sceglieremo di non spostarlo e cadrà; a volte non ci accorgeremo neanche che il bicchiere sia in bilico.


Per dirlo in termini più "medici":


[...] l’uso inappropriato di una pratica assistenziale di provata efficacia, come il cesareo, non si associa a migliori esiti perinatali per le donne e i neonati.*

Infatti, per esempio,

[...] molte Regioni con un tasso medio di cesarei inferiore alla media nazionale presentano minore mortalità e morbosità materna grave e minore mortalità neonatale.*

*da "Percorso nascita: ridurre la medicalizzazione e migliorare l’appropriatezza assistenziale", Istituto Superiore di Sanità, EpiCentro, 7 marzo 2012


mamma che ha avuto un taglio cesareo

Ma torniamo a TE e a come TU puoi fare la differenza nella tua gravidanza.


Tornando all'esempio del bicchiere, ti chiedo: come ti senti rispetto al bicchiere?

Nella mia esperienza con le centinaia di mamme che ho incontrato, accompagnato, assistito, ascoltato, ho notato che ci sono 4 "tipi di mamma", 4 possibili atteggiamenti nei confronti di questo bicchiere e della sua distanza dal bordo del tavolo.


  1. La "mamma naive", che non si accorge che il bicchiere è in bilico: magari lo vede ma non valuta la distanza dal bordo del tavolo o le condizioni circostanti che potrebbero farlo precipitare. Non prende provvedimenti al riguardo: si fida e si affida a qualcun altro. Questa mamma vive la propria gravidanza senza farsi domande, con beata inconsapevolezza, fa quello che le dicono di fare, il parto va come va e così l'allattamento. Il vantaggio di questo atteggiamento è che, finché qualcuno ti indirizza e ti indica una direzione, non hai particolari pensieri o paure e puoi dedicarti completamente ad attività più leggere, come scegliere la cameretta e organizzare il gender reveal party. Il contro è che non stai tenendo in considerazione il valore dell'esperienza che stai vivendo e del suo potenziale, perdendo una grande occasione di crescita personale e genitoriale; inoltre c'è la possibilità di prendere bruscamente consapevolezza nel momento in cui succeda qualcosa.

  2. La "mamma dipendente", che vede il bicchiere in bilico ma ha fiducia che qualcun altro lo sposterà, se serve. Questa mamma ha delle paure riguardo a gravidanza, parto e post-partum, ma pensa che la soluzione sia quella di affidarsi completamente ai professionisti, delegare tutte le decisioni a chi "ne sa di più". Quando va tutto bene, o quando c'è una buona comunicazione da parte dei professionisti, probabilmente sarai soddisfatta del risultato, anche quando speravi in qualcosa di diverso; viceversa, se qualcosa non va e/o la comunicazione è stata carente, potrai provare sentimenti di estrema delusione e pensare di aver riposto male la tua fiducia, di essere stata in qualche modo "tradita". Talvolta scopri solo a distanza di tempo e con un po' di amaro in bocca che avresti avuto delle alternative, di cui però nessuno ti ha parlato.

  3. La "mamma spaventata" che vede il bicchiere già per terra. Questa mamma è proprio terrorizzata dalla gravidanza e dal parto e pensa che qualsiasi intervento o esame in più sia meglio di uno in meno. Non tiene in considerazione o non conosce i rischi legati all'esecuzione di interventi non appropriati (insomma non considera che puoi rovesciare il bicchiere mentre cerchi di metterlo in salvo). Anche alcuni professionisti hanno questa visione catastrofica: d'altra parte il professionista non è altri che una persona, con le sue paure, esperienze e sistema di credenze. Questo tipo di approccio massimizza i rischi degli interventi che si fanno, semplicemente aumentando in modo indiscriminato il numero di interventi che si fanno! Inoltre non si fa carico di approfondire e gestire l'ansia, quindi spesso queste gravidanze si complicano davvero in qualche modo: no, non è sfiga o precognizione, piuttosto una profezia auto-avverante, dovuta agli alti livelli di cortisolo e ai suoi effetti sull'organismo.

  4. La "mamma al centro", che valuta e discute con chi è a tavola insieme a lei la distanza del bicchiere dal bordo del tavolo, se è il caso di spostarlo, dove metterlo e chi deve farlo. Questa mamma sa che la gravidanza e il parto hanno dei rischi intrinseci, ne ha più o meno paura, ma vuole valutarli in modo ragionevole: quanto davvero la riguardano, quali possibilità di intervento eventualmente ci sono e quali rischi e benefici comportano. Se hai questo tipo di approccio, creerai con i sanitari che ti accompagnano un vero e proprio team: loro hanno conoscenze che possono mettere al tuo servizio e tu, avendo una visione d'insieme della tua situazione interna ed esterna, potrai prendere le decisioni giuste per te in quel momento. Il vantaggio in questo caso è di essere consapevole in qualsiasi momento che quello che si sta facendo (o non facendo) risponde a una valutazione ragionata, complessiva e dinamica (perché le circostanze possono sempre cambiare) e che esistono rischi relativi sia nella strada che si sceglie di percorrere, sia in quelle che sono state per il momento scartate. Questo ti permette di vivere la gravidanza e il parto con empowerment, cioè potenziando la fiducia in te stessa come persona, donna e madre, e di essere sempre soddisfatta del risultato (anche quando è diverso dal desiderato) perché sai che è frutto della strategia migliore che si poteva applicare in quel momento. Il contro di questo approccio è trovare professionisti sanitari in grado di riconoscere il tuo ruolo di persona "responsabile" (ti ricordi il primo significato che abbiamo dato a questa parola?) e spesso far loro accettare una scelta che non condividono. Nel nostro sistema sanitario, sia pubblico che privato, spesso le donne che fanno scelte diverse dalla consuetudine (come per esempio il parto in casa, ma anche solo il posticipare di un giorno una induzione medica del travaglio) sono soggette a tentativi di convincimento violenti nelle parole, che mirano a terrorizzare, ingigantendo i possibili rischi. E' per una donna una battaglia assai faticosa e ìmpari, che richiede tanta forza interiore e coraggio, ma che ti porta davvero a una grande crescita. E comunque è una lotta che, prima o poi, ti troverai ad affrontare perché nel percorso di genitorialità, per ogni difficoltà ti verranno proposte diverse soluzioni e ciascuna scontenterà qualcuno: le persone (professionisti, amici, familiari...) che si trovano per qualche motivo a interagire e accompagnare le scelte della famiglia sono spesso in disaccordo tra loro e tu, nel mezzo, dovrai scegliere chi ascoltare e quale strada sia la migliore per te e tuo figlio. A volte sarà semplice, a volte avrai dei dubbi grandi come una casa; a volte imbroccherai la strada giusta al primo colpo, altre volte dovrai fare diversi tentativi più o meno dolorosi... Mostrarti l'approccio alle scelte (e non la strada giusta) è un po' l'obiettivo di questo blog, così come del mio intendere il mio lavoro di ostetrica: credo nella tua capacità di autodeterminazione e MAI spingo per farti prendere la decisione che io ritengo migliore, semplicemente perché sono consapevole che potrebbe non essere quella giusta per te. Se non ci hai capito niente, don't worry, continua a seguire questo blog e entrerai insieme a me nel concetto di empowerment! :-)

Una precisazione importante. In questa categorizzazione semplicistica e non esaustiva, ho dato degli appellativi per esemplificazione: non vogliono essere dei giudizi e, se non riesci a stabilire che tipo di mamma sei, a rivederti in nessuna descrizione, è perché, come persone e come madri, abbiamo sfumature di ogni categoria a seconda del momento e della situazione e va bene così, l'importante è prenderne consapevolezza!


Ma veniamo al fulcro della situazione!

Ti starai chiedendo: "E mo'?? Cosa mi cambia sapere quali sono i valori delle persone che mi assistono e qual è il mio approccio alla gravidanza, nascita e maternità?"

Beh, questo riguarda i risultati che ottieni.


mamma e neonato

Prima ti ho detto che ci sono diversi livelli di "bene" e "non bene".

Nella nostra società, sono classificati una gravidanza e un parto che sono andati "bene" quelli in cui mamma e bambino sono vivi e sani.


Verissimo!! Indiscutibile!!


Ma insufficiente!!


Davvero vuoi accontentarti di uscire "viva" da un parto?


Il parto è un'esperienza apicale nella tua vita, una di quelle esperienze che ti ricorderai anche a 90 anni, nel bene e nel male.

Il parto condizionerà il tuo essere donna e madre. Influirà nel rapporto con te stessa, con tuo figlio e con il tuo compagno. Potrà traumatizzarti oppure farti sentire in grado di spostare una montagna (ecco di nuovo l'empowerment!)


Non dovresti solo uscirne viva, dovresti uscirne felice, soddisfatta, potente!


Davvero vuoi lasciare tutto questo nelle mani di qualcun altro?

Quanta fiducia devi avere in un'altra persona per affidargli tutto questo alla cieca?

Quanta fiducia ti manca in te stessa e nelle tue capacità per evitare di prendere parte alle scelte che determineranno gli eventi?


Lo so: sono domande forti e fastidiose, che aprono scenari e riflessioni ardue.

Ma la tua occasione è adesso e se vuoi prendere in mano la tua maternità ORA è il momento!


Io credo in te, anche se non ti conosco: so che ogni donna, con il giusto supporto, con la possibilità di essere ascoltata e di ascoltarsi, di parlare, di raccontarsi, con le informazioni date in modo il più possibile neutro, messa nella condizione di esprimersi, accompagnata sì, ma non condizionata, ogni donna SA cosa è meglio per sé e per il suo bambino!


E questo non toglie nulla alla responsabilità civile e penale dei professionisti che ti assistono: loro devono essere competenti e attenti nel loro lavoro, e fa parte del loro lavoro (del nostro lavoro) anche comunicare con te, renderti edotta della situazione che stai affrontando, degli interventi di provata efficacia al riguardo, delle diverse possibilità diagnostiche e terapeutiche, di benefici e rischi di ciascuna, di cosa può succedere se si interviene o se non si interviene.


Insomma, noi dovremmo incoraggiarti ad essere una "mamma al centro", anche se per tua natura non fosse l'atteggiamento con cui ti approcci alla maternità, affrontare insieme a te preoccupazioni e paure, sostenerti nella ricerca dei tuoi strumenti interiori per affrontare questa esperienza così bella, ricca, grande e spaventosa.

Sai già tutto: hai solo bisogno di essere guidata nel tirarlo fuori!


Ho espresso in questo articolo molta della mia filosofia, ancora una volta molti dei miei valori. Mi farebbe piacere sapere cosa ti ha smosso leggere queste righe, in cosa concordi e in cosa dissenti, che "tipo" di mamma ti senti prevalentemente. Qui troverai in ogni caso solo accoglienza!


Grazie di avermi letto!

Alla prossima!

Eleonora




 
 
 

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