Come nasce il desiderio di maternità
- Eleonora Zuccarini

- 29 mar 2024
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 8 apr
Mi ricordo quando, con Fabio, abbiamo deciso di iniziare a cercare una gravidanza: avevo 26 anni, lavoravo felicemente nell'ospedale che avevo scelto e con Fabio mi sentivo (se è per quello, mi sento ancora!) la donna più amata del mondo.
Al lavoro avevo a che fare tutti i giorni con mamme e neonati, gravidanze, parti e allattamenti e ho percepito come normale, a un certo punto, sentire la curiosità di sperimentarmi e mettermi alla prova, di entrare in quel mondo che ogni giorno osservavo così da vicino.

Un punto di vista privilegiato, il mio, sulla maternità.
Ma se anche tu ora stai cercando una gravidanza, forse qualcosa ti ha aperto uno spiraglio su quel mondo, hai potuto sbirciare o magari anche osservare da vicino.
Forse è diventata mamma tua sorella, o la tua amica di sempre.
Forse è un periodo che ovunque giri lo sguardo vedi donne incinte o neonati con le loro mamme.
Forse ci hai sempre pensato e finalmente è giunto il momento giusto: il lavoro è ok, la relazione col tuo partner è stabile, avete una casa dove vivere...ti sembra che gli astri si siano allineati.
O forse no... forse è ancora tutto un gran casino ma il tuo corpo, la tua mente e il tuo cuore spingono in quella direzione, forse pensi che non sia il momento "giusto" ma, in fondo, chi può dirlo?! Ti chiedi se sarà poi mai il momento "giusto" o se sei folle a desiderare un figlio in questa situazione...
La prima riflessione che ti porto è che
non hai possibilità di comandare i tuoi desideri: quando arrivano, puoi solo prenderne consapevolezza e decidere come agire, come rispondere
e, se stai leggendo queste righe, forse hai deciso di seguire il tuo sentire o forse stai ancora cercando di capire cosa ti stia succedendo. In ogni caso, benvenuta e buona lettura!
Ricordo che Fabio ed io ne abbiamo parlato per qualche tempo:
"Cosa dici, lo facciamo?"
"Non so se sono pronto..."
"Chissà se si è mai davvero pronti!"
Chissà se si è mai davvero pronti per qualcosa che stravolgerà per sempre la tua vita e ti catapulterà in un mondo di responsabilità e decisioni educative e organizzazione
che se ci pensi troppo ti fermi subito e ti dici: "Ma non sto già bene così?!"
Chissà se ti senti davvero di essere sufficientemente stabile, da tutti i punti di vista, per resistere a quella tempesta, con tutti i casini che hai e che stai ancora pensando a come risolvere...
O forse ci hai pensato così tanto che sei prontissima, che non vedi l'ora e che non c'è prospettiva di notti insonni che possa fermarti! (Magari fossero le difficoltà più grandi le notti insonni...!)
No, non ti voglio scoraggiare, assolutamente!
Anzi, se pensi che poi di figli ne ho fatti addirittura 3, capisci subito qual è il mio punto di vista: tutte queste responsabilità, tutte queste difficoltà, vale la pena affrontarle e spero che in questo viaggio insieme, avrò occasione di farti assaporare il mio perché e di assaggiare il tuo!
Parlavo, poco tempo fa, con una cara amica, che mi domandava proprio di questo, il perché di una scelta così grande, quando tutto sommato stai già bene nella tua vita, quando hai ancora delle questioni da sistemare: perché arriva il desiderio di maternità?
Ecco, secondo me è l'UPGRADE.
Come sempre, parlo di me e della mia esperienza e mi piacerebbe tanto sapere come è per te, come la stai vivendo tu che mi leggi: quali emozioni senti adesso che hai deciso di cercare una gravidanza? Quali difficoltà hai superato o stai superando? Quali "casini" resteranno al tuo fianco mentre diventi madre? Qual è la tua sfida?
Io sono arrivata a un punto della mia vita in cui sentivo che da lì in poi nella mia vita non sarebbe cambiato nulla in modo rilevante.
Ipoteticamente, mi aspettavo che:
il lavoro sarebbe andato avanti sempre uguale (e bellissimo!)
la mia relazione con Fabio...beh, eravamo innamorati pazzi...
avevamo appena comprato la casa dei nostri sogni, facendo un mutuo di 30 anni >_<, e pensavamo non l'avremmo mai lasciata (lo pensiamo ancora!)
avevamo una vita sociale divertente e appagante (tra l'altro, tutti i nostri amici approcciavano al matrimonio: credo di essere stata ad almeno 20 matrimoni in pochi anni! Noi, invece, controcorrente, abbiamo deciso per la convivenza...ma questa è un'altra storia!)
Insomma, tutto questo, insieme a quello che sentivo dentro, la felicità, l'amore, la soddisfazione di avere la vita che volevo, insieme alla curiosità di vedere com'è essere genitori, ma ancora prima com'è essere incinta, com'è partorire, com'è allattare...
Mi sentivo pronta!
Il mio sguardo non andava troppo in là, forse appunto non superava i primi giorni di allattamento e forse è giusto così, perché la montagna è alta, dalla cima c'è un panorama che non puoi immaginare, ma le competenze per scalarla le acquisisci durante la salita, non le hai prima, perché ancora non sai di cosa avrai bisogno, e ogni passo ha uno scorcio che ti appaga, che ti riempie.
E ci sono dei tratti più pianeggianti e dei tratti in cui la salita ti mette alla prova, ma non puoi mollare in questo gioco, e quando guardi indietro, vedi che hai superato tutto, anche se a volte hai pianto o ti sei sbucciata un ginocchio, storta una caviglia o anche ammaccata da cima a fondo.
E vedi che quella salita e quella pianura non le affronti da sola, ma con il tuo bambino che ti indica la via e con le persone intorno a te, che percorrono il tuo stesso cammino, ciascuna coi propri mezzi, che a volte mettete in condivisione per sostenervi l'un l'altra, che percorrete sentieri leggermente diversi, e tu osservi e impari e schivi le rocce scivolose, su cui altri sono caduti, per accostarti a quelle più salde, su cui ti puoi issare con tutto il peso per tirarti su e un altro pezzettino è fatto...e guarda che scorcio!

Insomma non vedevo tutto questo: d'altra parte come puoi immaginare tutte le risate, le coccole piene di tenerezza, le manine appiccicose che ti accarezzano il viso, i baci sbausciosi, i discorsi sconclusionati e ricchi di immaginazione dei bambini piccoli, e quelli che acquistano sempre più senso e opinioni quando i tuoi bambini crescono?!
Come puoi immaginare l'allegria, la pienezza, la mancanza cronica di silenzio, il rumore costante, fatto di voci, canti, versi, "mamma" ripetuto 23541 volte al giorno, oggetti che cadono, vengono sbattuti e lanciati, per gioco, rabbia ed esperimento scientifico?!

Come puoi immaginare tutti i "Mamma, guarda!", "Mamma, giochi?", "Mamma, ti posso aiutare?", "Mamma, dove trovo...?", "Mamma, ti racconto...", "Mamma, mi aiuti?"?!
E come puoi immaginare il privilegio di osservare le stesse frasi rivolte anche a Papà, ammirare il loro rapporto che cresce e si approfondisce?! E come puoi immaginare quanto crescete tu e il tuo compagno insieme ai vostri figli e quanto dovrete crescere come coppia per non allontanarvi e perdervi su questa montagna?!
E infatti non immaginavo niente di tutto ciò: vedevo solo l'inizio di un sentiero bellissimo, che desideravo con tutta me stessa percorrere, insieme a Fabio, solo per la voglia di provare, di vedere come continuava.
Alla mia amica che mi chiedeva ho detto questo:
Immagina di avere un buon lavoro, in cui sei ormai esperta e che svolgi con una certa routine consolidata e stabile; immagina di essere consapevole di avere dentro di te maggiori capacità, la consapevolezza che potresti fare anche di più, che saresti in grado di gestire anche maggiori responsabilità. E' lì che nasce il desiderio di una promozione: sai che farai orari più lunghi, un lavoro più intenso, che ogni tanto ti chiederai chi te l'ha fatto fare, ma sai anche che avrai grandi soddisfazioni e l'appagamento di raggiungere obiettivi più ambiziosi.
Adesso, a posteriori, vedo la nascita del desiderio di maternità come una spinta, quando sai di poterlo fare, a scoprire cosa c'è dall'altra parte, come ce la caveremo noi nel ruolo di mamma, come sarà un figlio "fatto da noi".
Penso quindi che il desiderio di maternità e, con esso, di nuove responsabilità, arrivi
quando senti dentro di te di essere in grado di gestirle
quando senti che a difficoltà crescenti corrispondono soddisfazioni maggiori
quando, come me, vedi un inizio bellissimo e ti tuffi senza ulteriori considerazioni
Se ti stessi chiedendo se vale la pena fare figli in questo tempo di guerre, crisi economiche e incertezza sul futuro, io penso che ogni bambino che arriva a questo mondo sia una nuova speranza, una nuova opportunità di un mondo migliore, un'occasione di creare la pace.
Come dice con estrema saggezza Ibu Robin Lim, prima ostetrica al mondo ad avere ricevuto un premio per la pace (Alexander Langer 2006) con la seguente motivazione: «per il suo impegno a favore di una gravidanza sana, un parto dolce, un’accoglienza felice del neonato, e contro la malnutrizione e la crescente tendenza a medicalizzare l’evento della nascita»:
Un inizio della vita sano e dolce è il fondamento di una vita d’incanto. La pace nel mondo può venir costruita cominciando oggi, un bambino per volta

Ti auguro invece di pensarci un po' su, che forse stai prendendo un abbaglio:
se vuoi un figlio nella speranza di sanare il tuo rapporto di coppia: un figlio è una sfida per la coppia, anche per le coppie più sane e forti, perché richiede di riconsiderare confini e ruoli. Se la tua coppia è già in crisi, aspetta, non sarà un figlio la soluzione!
se vuoi un figlio ma stai vivendo supportata economicamente dai tuoi genitori o sai che i tuoi genitori saranno indispensabili nella gestione di tuo figlio. Non trovo giusto che altre persone, oltre ai genitori del bambino, siano condizionate da una scelta su cui non hanno potere decisionale. I nostri genitori spesso sono felicissimi di diventare nonni e anche di "fare i nonni", ma prima di tutto sono persone e magari hanno progetti e obiettivi propri: non sono d'accordo nel considerarli in dovere di aiutarci, sia finanziariamente sia nella gestione pratica quotidiana dei nostri figli, a meno di discuterne insieme, prima di concepire. Nell'emergenza o in caso di necessità improvvise e temporanee, invece, avere una famiglia alle spalle che possa e voglia supportarci è un tesoro prezioso su cui possiamo di certo fare affidamento!
se sei molto giovane: intendo davvero giovane, a cavallo della maggiore età. Se per qualche motivo ti sta venendo in mente che un figlio ti possa risolvere qualche problema, ripensaci: è molto probabile che un figlio a questa età ti complicherà ulteriormente la vita!
se hai progetti di studio o di lavoro ben definiti: in questo caso, sebbene si possa fare tutto anche con un figlio ma è obiettivamente tutto più complicato, magari potresti pianificare la tua gravidanza per un momento meno complesso e completare un obiettivo per volta, pur senza attendere il fatidico "momento giusto"
se la tua salute traballa: questo punto è un "sì e no" per me. Se stai prendendo un antibiotico, magari puoi aspettare il mese prossimo, ma se hai una malattia "seria" forse posso capire il tuo desiderio di maternità, proprio in questo momento: la voglia di affermare con forza la vita, al di sopra della malattia e della morte. Forse è irrazionale ma, allo stesso tempo, per te, di vitale importanza, lo capisco. I sintomi di alcune malattie, peraltro, migliorano durante la gravidanza, come se fosse uno "stato di grazia", ma spesso peggiorano dopo la gravidanza, dovrai farci i conti... Alcuni farmaci non sono compatibili con la gravidanza e questo potrebbe rallentare la tua guarigione o anche peggiorare la tua salute. A volte è il corpo stesso a mettere il limite e impedire il concepimento, ma, se non è questo il caso, pensaci, parla con chi ti può ascoltare senza giudizio, esplora le tue motivazioni profonde, valuta tutte le situazioni che si possono verificare, e poi fai la scelta che senti più tua: la tua voce interiore ti guiderà verso quella che si rivelerà la scelta giusta, per quanto possa sembrare assurda a chi ti sta intorno e forse anche a te stessa.
Stavo per pubblicare questo articolo, quando ieri sera mi sono imbattuta in un post su Facebook, di una mamma che lamentava la mancanza cronica e totale di partecipazione alla gestione di casa e figlio da parte del suo compagno, di risposte sprezzanti e prive di rispetto, di incuranza e indifferenza e mi è venuto un altro suggerimento, che può sembrare banale e non in linea con il mio tono di voce, ma quando ci vuole, ci vuole: non fare un figlio con uno stronzo!
Per concludere, penso che un figlio sia
una nuova persona che si serve di te come mezzo per atterrare su questa terra e portare a compimento il proprio cammino. Tu puoi desiderare di metterti al servizio di questo passaggio.
Puoi scegliere di lasciare da parte pretese, presunti diritti sulla maternità e senso di possesso. Puoi scegliere di fare del tuo meglio, essere consapevole che farai errori e cadrai e ogni volta ti sarà richiesto di rialzarti e tornare a camminare. Puoi approcciare alla gravidanza che desideri come a un importante percorso di crescita personale, affiancata dal più grande Maestro che potessi incontrare: tuo figlio!
Ti ringrazio di avermi letta e spero di leggere anch'io di te, cosa ti ha portato qui, cosa si agita nel tuo cuore e nella tua mente!
Puoi scriverlo nei commenti o contattarmi privatamente: sarò felice di partecipare al tuo percorso!
A presto!
Eleonora



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